Maij ‘è mònd!


"Maij ‘è mònd!"

Ovvero “Mai al mondo!” è un’espressione di diniego che in italiano arriva con questa translazione e susseguita da “Mai a questo mondo!” . Ovvero col significato di rafforzativo della negazione “Mai!”
E’ certo che il significato in italiano si riferisca al fatto che un certo evento non si possa verificare in questo mondo, come a dire: “impossibile!”, ma l’espressione dialettale diede vita, negli anni ’50 del secolo scorso, ad una interpretazione interessante.
Se deriviamo il dialetto dall’italiano, in questo caso “Mai a questo mondo”, vediamo che la risposta a tale affermazione era comunemente “Stà Stràc!”, ovvero “Stai calmo!”.
Sembra che da questa espressione di risposta sia nata la serie televisiva americana “Star Trek”, ipotizzata per la prima volta da un tal Giordano Benini, che immaginava un futuro su una navicella spaziale a spasso nell’atmosfera dove avvenivano coseche mai sarebbero potute accadere in questo mondo.
Dai suoi “Diari Immaginari” scritti tra il 1919 e il 1934, si racconta di un capitano “Sbock” che parlava in un linguaggio gergale e difficilmente comprensibile dai membri dell’equipaggio di una futuristica scuola d’aviazione spaziale di Lugo, un chiaro riferimento all’eroe dell’aviazione della prima guerra mondiale Francesco Baracca.
Il capitano “Sbock” oltre a parlare volgarmente in dialetto, possedeva un paio di piccole corna sul capo cresciutegli dopo il tradimento matrimoniale della moglie “Slùdra” del pianeta “Lasercavallo”.
Nella trasposizione commerciale americana si preferì appuntire le orecchie del protagonista piuttosto che farlo cornuto.
Nei racconti dei “Diari” Il capitano Sbock sfoga le proprie pulsioni sul pianeta “Strèpar Marèna” dove avvenenti extraterrestri/e sessualmente mutanti, soddisfano i suoi bisogni di “scapolo della terza dimensione”.
E così ogni volta che al capitano Sbock venivano fatte richieste impossibili, nei lisergici racconti di Benini, la risposta era “Maij’ è mònd!, ovvero “La possibilità affermativa alla tua richiesta, può avvenire solo su un pianeta diverso da quello conosciuto”.

Esempio:

“A vùt avnì cun me a bè chicòsa in tè zircùl?”
“Maij’ è mònd!”

Tradotto:
“Vuoi venire con me a bere qualcosa nel circolo per il quale verrai associato ad una certa corrente politica e di conseguenza marcato a vita con il simbolo di un partito?”
“No!”